Tra le tecniche didattiche dedicate allo studio della formazione di
canoni, quella che mi sembra, tra le più redditizie è quella di
esercitarsi a "canonizzare" a diverse altezze, sopra e sotto di
esso, la melodia presa in esame, cercando così di collocarla in
canone con se stessa, almeno dall'unisono alla nona (sopra e sotto).
La reralizzazione di questa impresa, onestamente di un certo
impegno, porta alla consapevolezza pratica, che qualsiasi melodia,
può essere canonizzata con se stessa, sia per diritto che per
rovescio, con gli stessi valori o per aumentazione e divisione,
finanche per moto contrario o cancherizzato.
Ho scelto uno dei tenores più celebrati dalla didattica musicale del
rinascimento e primo barocco, ovvero il seguente, detto anche "la
Spagna"
Una buona scuola direzionata alla realizzazione di canoni, è quella
di cercare di imitare in maniera scrupolosa un qualsiasi Tenor,
semplicemente collocandolo con valori e pause, tali da permetterne
l’incastro della risposta, pur senza badare ad una imitazione esatta
dei tono semitoni, pur tuttavia realizzarne una risposta corretta
dal punto di vista melodico e soprattutto coerente con le regole,
sotto all’aspetto contrappuntistico.
I Canoni potranno essere:
all'unisono
alla seconda sopra e seconda sotto
alla terza e terza sotto
alla quarta sopra e quarta sotto
alla quinta sopra e quinta sotto
alla sesta sopra e sesta sotto
alla settima sopra e settima sotto
alla ottava sopra e ottava sotto
alla nona sopra e nona sotto
Data la difficoltà nel portare a termine un simile gravoso, ma
istruttivo percorso, sono ammesse una nutrita serie piccole licenze
(mali minori), sempre che non se ne possa fare a meno, perché, di
fatto, senza di esse, il contrappunto risulterà più lodabile. Ma non
tutte le situazioni richieste presentano percorsi scevri da qualche
goffaggine minore (vedi le licenze concesse), anche se, l’aggiunta
di altre voci libere possono sempre migliorare la qualità del
contrappunto contenente un canone tra due voci.
Licenze per questi obblighi, per contrappunti obbligati di
questo tipo e severità di regola:
Si concede di andare con la sesta maggiore alla quinta e con
la sesta minore all’ottava, ma più per grado che sia possibile;
similmente, con la terza minore si potrà andare all’ottava e con
la terza maggiore si potrà andare all’unisono.
Si consente di usare le consonanti imperfette in successione
qualsiasi e non più alternando la maggiore alla minore o
viceversa.
Si permette (a due voci) di fare pause anche di un certo
valore, quando non vi è altra via di passare oltre,
[considerando che raramente questo tipo di obbligo viene usato a
due voci e che si potrà integrare con voci supplementari il
contrappunto].
È tollerato l’uso di una semibreve o Breve sopra all’altra
(nota contro nota).
Si possono ora fare due crome ascendenti all’ottava dopo il
punto o una semiminima.
Si consente di incominciare il contrappunto con una consonanza
imperfetta.
È tollerato saltare con due terze o due seste, che siano dello
stesso tipo o differenti tra loro.
È tollerato accostare, tra le due parti un FA ed un MI, solo
se naturali e non alterate. Se un a delle due è alterata, si
rende necessario distanziarle tra loro, almeno da una nota
differente.
Si concede di lasciare vuoti contrappuntistici lasciati
da ottava ed unisono a capobattuta.
È tollerata qualche goffaggine ritmica
Si eviti di fare girandolette con le note nere in cui anche
una sola nota risulti dissonante.
Il contrappuntista si potrà servirsi di crome o semicrome per
risolvere le sue obbligazioni laddove non sia possibile fare
altrimenti, tuttavia le figure bianche sono sempre la migliore
scelta.
Pur avendo quale fine lo scopo di raggiungere maniera e
vaghezza nel contrappunto, si deve piuttosto attendere
all’osservanza dell’assunto e dell’obbligazione, che alla
delicata melodia o al bel procedere.
Non si concede mai in nessun caso due ottave o due quinte.
Si concede di prendere una consonanza perfetta per modo retto,
se preceduta da una pausa di almeno una minima.
Si concede il raddoppio rapido (crome) di una dissonanza di
passaggio
SI tollera l’uso di unisoni e ottave, anche in valori lunghi.
Si eviti la dissonanza di quarta, anche come ritardo della
terza.
Se necessario, il contrappunto delle note del soggetto, potrà
anche precedere il soggetto stesso.
La fine del canone può essere conclusa, consumata l’ultima nota
della guida, sulla prima consonanza utile, generata dal conseguente,
oppure aggiungendo una breve cadenza su cui concludere, anche senza
aver replicato tutte le note della guida da parte del conseguente.
Esempio dei canoni
a due voci, realizzati con la melodia del Tenor scelto:
Come utilizzare i canoni all'interno di una
composizione polifonica
Qualsiasi canone, può essere utilizzato come
corpo principale di una composizione vocale o strumentale con
voci aggiunte ad imitare e/o contrappuntare liberamente il
canone stesso.
Possiamo quindi osservare come gestire un canone all'ottava
sopra, affidando le parti a Tenore e Soprano e integrando la
composizione con altre due voci (Alto e Basso).
Canone originale a 2 voci con testo.
Versione a quattro, con Alto e Basso aggiunti liberamente