Capitolo primo
Delle differenti specie di imitazioni e di fuga
§.1
1. Ripetere in musica, è far sentire due o più volte di seguito un certo canto, in una stessa parte e sulle stesse corde. (Tav.1, fig.1)
2. Cambiare le corde ripetendo un canto nella medesima parte, è fare una trasposizione (fig.2) e
3. Cambiare di parte, ripetendo o trasportando questo canto, è imitare.
È consuetudine confondere questi tre termini e spesso sbagliato.
Tutte le parti possibili nella
musica si riducono a quattro parti principali, che sono il Basso, il
Tenore, l'Alto e il Soprano, che si distinguono l'una dall'altra per la
differenza o la diversa posizione delle chiavi.
Se si eccede il numero delle
quattro parti principali nella composizione, raddoppiamo o triplichiamo
l'una o l'altra secondo il disegno che proponiamo.
§.2
Un'ottava composta da soli otto
intervalli, ogni imitazione, di qualsiasi natura, può essere eseguita
in soli otto modi; sapere, o
1) Unisono, tab.I fig.3;
2) Alla seconda, fig. 4 e 5. La
seconda, come tutti gli altri seguenti intervalli, può essere presa
sopra e sotto la prima voce. Dobbiamo quindi distinguere tra
un'imitazione di Seconda, o Terza, ecc. superiore 7 e un'imitazione di
Secondo o Terzo, ecc. inferiore;
3) alla terza superiore e inferiore, fig. 6 e 7;
4) alla quarta superiore e inferiori fig. 8 e 9;
5) alla quinta superiore e inferiore, fig. 10 e 1 1;
6) alla Sesta superiore e Inferiore, fig. 12 e 13;
7) alla settima superiore e inferiore, fig. 14 e 15;
8) Ottava in alto e in basso, tab. 1, fig. 16 e tab. II, fig. 1.
Un'imitazione di Nona, Decima, ecc. 7 è quindi uguale a un'imitazione di Seconda, Terza, ecc.
§.3
Il movimento di note che compongono il canto di imitazione, può essere simile o contrario.
Per determinare il progresso degli
intervalli tra due parti differenti che camminano assieme, si usa il
termine movimento e ne distinguiamo quattro tipi:
1. Movimento simile; quando le parti salgono o scendono tutte e due alla volta, si chiudono o si uniscono.
2. Il movimento contrario; quando una parte sale e l'altra scende allo stesso tempo.
3. Movimento Obliquo; Quando una parte si trova nello stesso grado e l'altra si trova sull'altra, o andando su o giù.
4. Movimento parallelo;
quando tutte e due le parti rimangono nello stesso tempo durante un
certo tempo di misurazione, o più, nello stesso grado: movimento
piuttosto usato nelle ariette italiane.
Ma qui (nella fuga) non si tratta
di nessuno di questi movimenti. Quello in questione riguarda il decorso
degli intervalli in due parti diverse che si susseguono; ed è in questo
incontro che chiamiamo imitazione per moto simile, quello in cui, nella
parte successiva, gli intervalli ascendono e scendono nello stesso modo
del precedente; e chiamiamo imitazione da un movimento contrario,
quella in cui, nella seconda parte, si fanno discendere gli intervalli
che sono stati ascoltati nella prima parte in salita; e reciprocamente,
facendo salire gli intervalli che sono stati ascoltati precedentemente
in discesa.
Questa imitazione con movimento contrario può essere libera o vincolata.
* Libera, quando la parte successiva non ripete il brano precedente nello stesso ordine di toni e semitoni. Tab. II, fig. 2 e 3.
* vincolata, quando imita il tono per il tono e semitono per semitono, fig. 4 e 5.
Per non essere ingannato nella
scelta dell'intervallo entro il quale la seconda parte deve rispondere
alla prima, secondo le regole di quest'ultima. imitazione;
Ecco il modo che propongo:
1° Per tonalità maggiori.
Collocare l'ottava della tonica in
salita, di fronte all'ottava della mediana in discesa. Per esempio, in
DO maggiore, in questo modo:
Do
re mi fa
sol la si do
mi
re Do si
la sol fa mi
Se accade che una parte comincia con un SOL o con un FA, bisogna che l'altra risponda con un LA o con un SI, e così via.
2° Per tonalità minori.
Collocare l'ottava della tonica in salita, di fronte all'ottava della settima in discesa; per esempio, in LA minore:
la
si Do re
mi fa sol la
sol
fa mi re Do
si la sol
Quindi, se la prima parte comincia
per un MI o per un SOL, bisogna che la seconda risponda con un Do o per
un LA, e così in rimanente delle note.
§.4
Quando una parte segue l'altra all'indietro, questa è una imitazione retrograda, tab.II, fig.6.
Questa imitazione è spesso accompagnata dal movimento contrario, fig.7
Ed ecco dunque quattro sorte di movimenti cui l'imitazione è suscettibile;
il movimento simile, contrario, retrogrado e retrogrado per movimento contrario
§.5
Le parti non si rispondono sempre
con le note della stessa figura. Si diminuisce e si aumenta spesso il
valore nella replica della voce iniziante; qui si producono due nuove
specie di imitazione, quella di Aumentazione (fig.8) e quella di
Diminuzione (fig.9).
Allorché l’imitazione sia a 3 o
quattro voci, e che ad ogni ripresa del canto si aumenta e diminuisce
di nuovo proporzionalmente il valore delle note, questo si chiamerà
imitazione per aumentazione o diminuzione doppia, tripla ecc.
Vedi l’esempio le figure 1 e 2 della tav.III.
§.6
Sospendendo la progressione delle note per mezzo delle pause, si guadagna una sorte di imitazione che si chiama Interrotta, (fig.3 tab III)
§.7
Quando le parti si susseguono in
tempi opposti, ovvero, quando una si inizia con un tempo buono di
battuta, e l'altro risponde con un tempo contrario, e così
reciprocamente, si tratta di una imitazione contraria, (tab. III, fig. 4, 5, 6 e 7).
§.8
Quando l’imitazione si fa in modo
che le parti si possano rovesciare, vale a dire, che la parte superiore
possa esser messa l posto della parte inferiore e viceversa, si chiama
imitazione convertibile (tab. III fig.8)
§.9
Tutte le differenti specie di imitazione che sono descritte, sono Periodiche o Canoniche.
Periodiche,
quando la parte seguente non imita la precedente che in parte, vale a
dire, durante qualche misura, come si vede negli esempi riportati di
sotto. Si chiama Soggetto o Tema, quella parte di canto sulla quale
ruota la imitazione periodica.
Canoniche,
quando una parte imita il canto dell’altra, nota dopo nota, dall’inizio
sino alla fine. (Tab.III fig.9) Un’Aria composta secondo le regole di
imitazione canonica si chiama Canone.
§.10
Ci sono due modi di impiegare la imitazione periodica:
1. Arbitrariamente, in quel brano ed in quel luogo del brano che si vorrà, è una scelta di capriccio.
2. Metodicamente,
sottomettendo il capriccio ad una certa regola, stabilita sul buon
gusto e sulla ragione, per la condotta e la ripresa alternativa del
soggetto.
§.11
Un brano musicale stabilito sulle regole dell'imitazione periodico-metodica, si chiama Fuga.
§.12
Per fare una fuga, in tutte le sue parti, dobbiamo considerare cinque cose:
1) Il soggetto o tema;
2) La risposta; è il recupero del soggetto dalla voce successiva.
3) La ripercussione; è l'ordine in cui il soggetto e la sua risposta sono fatti ascoltare alternativamente in parti diverse.
4) Contrappunto, che accompagna la prima parte, quando il secondo entra per fugare.
5) Contrappunto, che riempie lo spazio da una ripercussione all'altra.
Questi sono i cinque punti
caratteristici di una fuga, che, rigorosamente osservati, secondo le
regole stabilite per ciascuno di questi punti, formano la fuga regolare
che, trascurata in parte, la rende irregolare.
§.13
La fuga regolare è obbligata o libera.
Obbligata, quando non si tratta che
di un soggetto durante tutta la fuga, lasciandolo solo per la migliore
ripresa, in tutto o in parte, per mezzo della stretta imitazione, e non
ammettendo alcuna armonia che ne deriva, sia per aumento o diminuzione,
sia per opposizione di tempo o movimento. È una fuga del genere che gli
italiani chiamano un Ricercare o Ricercata, cioè un capolavoro di fuga,
specialmente quando il soggetto, alla fine, o nel mezzo della fuga è
ancora prodotta in Canone.
Libera, quando non si tratta di un
soggetto solo, e abbandoniamo di tanto in tanto per passare ad un'altra
idea, che, sebbene non sia derivata dal soggetto, deve comunque avere
con esso una relazione perfetta.
§.14
La fuga può avere un solo soggetto, o diversi soggetti.
Una fuga che ha un solo soggetto, è chiamata una fuga semplice, e quella che ha due, è chiamata doppia fuga.
Osservazione.
1) Il Tema con cui inizia la doppia
fuga, è sempre il primo soggetto, chiamato semplicemente soggetto; e
tutti gli altri che lo seguono sono così tanti contro-soggetti o
contro-temi.
2) Se è necessario, dopo le prime
ordinarie ripercussioni della semplice fuga, fissata sul numero delle
parti, che siano il soggetto e la sua risposta che si congiungano per
produrre la loro alternanza.
La doppia fuga chiede che i diversi
soggetti di cui è composta siano presentati a turno, con l'inversione
delle parti, a volte sotto, a volte sopra o nelle parti centrali.
Entrambi richiedono una perfetta conoscenza del contrappunto doppio,
attraverso il quale si impara a invertire i soggetti e chi, non lo
conosce e non ha modo di coniugarli, si metta almeno in grado di
presentare il soggetto e la sua risposta sotto diversi volti, dopo aver
trovato un modo per avvicinarli l'uno all'altro.
§.15
Per quanto riguarda le diverse
specie di imitazione, quelle della fuga possono essere organizzate in
cinque classi diverse, di cui
La Prima, contiene fughe in Unisono, alla seconda, terza, quinta, sesta, settima e ottava.
La più usata, e allo stesso tempo
la più perfetta, di queste fughe è senza dubbio quella della Quinta,
che, per rovescio, può essere una quarta; perché l'imitazione è fatta
sulle corde principali del tono, cioè nell'Ottava, della tonica e della
dominante.
Per quanto riguarda la fuga alla
Seconda, Terza, Sesta e Settima, è usato solo nel corso del precedente,
per riunire i soggetti.
Tratterò, nell'articolo della ripercussione, del modo di impiegarlo all'Ottava e all'unisono.
La seconda contiene le fughe seguenti,
1) per movimento simile, 2) contrario 3) retrogrado e 4) retrogrado per movimento opposto.
Questi ultimi due sono usati solo nel corso dei primi due.
La terza contiene fughe per aumentazione o diminuzione. Si usano solo nel mezzo di una fuga ordinaria.
La quarta contiene fughe in Contratempo. Li usiamo come quelli della classe precedente.
La quinta contiene fughe per imitazione interrotta. Come nel precedente articolo.
Gli antichi usavano il termine fuga
composita o recta, quando le note del soggetto andavano per gradi
congiunti; fuga incomposita., quando sono allineate per gradi
disgiunti; di fuga autentica, quando salivano fugando, plagale, quando
fugavano in discesa.
Possiamo oggi tralasciare questi termini.
CAPITOLO II.
La qualità del soggetto o del tema.
§.1
Il soggetto non è peculiare della fuga, e tale tema si adatta a una
fuga per i violini oppure ai flauti, che non si adatta punto alla voce,
al clavicembalo o all'organo.
Se è quindi necessario, nell'inventare un
soggetto, bisogna prestare particolare attenzione allo strumento e al
numero di parti per cui si compone, si deve in generale, per qualche
strumento o per alcune parti che si compongono, avere riguardo
1) alla lunghezza, e
2) la melodia del soggetto.
§.2
È vero che la lunghezza del soggetto è arbitraria. Tuttavia, ad essere onesti, devi prestare attenzione al movimento.
Più lento è il movimento, meno il soggetto deve essere lungo; e
viceversa, quanto più vivace è il movimento, tanto più lungo può essere
il soggetto.
Una linea di suoni, noiosa di per sé stessa, quando non c'è nessun
accompagnamento, annoia molto di più quanto più la misura si trascina a
lungo. Più i temi sono brevi, più possono essere ripetuti; e più li
ripetiamo, più bella è la fuga. Se un soggetto è breve, più chiaro e
più facile da ricordare.
Se l’ascoltatore ha la comodità di afferrarla senza noia in tutta la
sua estensione, l'organista, improvvisando una fuga, senza
premeditazione, non corre il rischio di perdere l'idea, e di cercarlo
per tutto il paese prima di ritrovarlo.
Ma in ogni caso qualunque; se si sta improvvisando oppure seguendo uno
schema, un soggetto breve sarà sempre gestito in tutti gli aspetti, più
facilmente di un soggetto lungo; in una parola, poiché la lunghezza di
una Fuga non può essere conclusa in favore della sua bellezza, così, la
bontà di un soggetto non dipende dalla sua durata. Tuttavia, il numero
di misure che deve avere un tema non deve essere fissato a priori. la
diversità, l'anima della musica, la perderà. Si deve credere che il
soggetto sia sempre abbastanza lungo, se contiene un significato
completo: ma non è sempre necessario per questo, che duri mezza dozzina
di misure; solo una misura può essere sufficiente in base alle
circostanze.
§.3
Per quanto riguarda la melodia, più sarà semplice, più sarà facile unire una buona armonia.
Questi tipi di trucchi ed espressioni che regnano nelle Sonate devono
essere assolutamente banditi; nemmeno riescono a trovare il loro posto
in una fuga d'organo, che deve essere seria, o in una fuga che si
compone a parole.
Il clavicembalo vuole più leggerezza rispetto all'organo; il violino e il flauto ancora di più.
Con tutto ciò, è necessario, affinché la fuga sia buona, che questi
fiori, di cui canto è cosparso, siano propri del vero stile della fuga,
e non dallo stile di una Sonata.
Questi acuti e gravi, queste ripetizioni ribattute, questi tremoli di tre o quattro misure, tutto questo è inutile nella fuga.
Chiunque cominci a cogliere la verità di questo stile farà bene a
esaminare le partiture dei buoni maestri ed a prendere in prestito un
soggetto, prima di inventare uno di se stesso.
Questo sistema che sarà facile; e nello stesso tempo potrà confrontare
il proprio lavoro con quello del maestro, avrà il vantaggio di vedere
la strada che egli ha intrapreso e fino a che punto si è allontanato da
essa, o fino a che punto se ne è avvicinato.
Un altro modo è immaginare un tema, immaginando allo stesso tempo tutte
le altre parti; e non mancherà di notare immediatamente, se il tema
inventato sarà facile da trattare o meno.
Non costa molto aggiungere una seconda parte a una prima; ma costa aggiungere una terza o un quarta parte.
Ogni melodia non ammette che un'armonia facile e naturale, specialmente con quattro o cinque parti.
Poiché, quindi, nessuna parte domina da sola la fuga, la nostra
attenzione non deve prestarsi solo a una parte; è necessario
considerare il tutto assieme, e non il canto di questa o quella parte
da sola.
§.4
Per quanto riguarda l'estensione della melodia, se la fuga è per la
voce, il soggetto deve essere racchiuso nello spazio di una Sesta, in
modo che l'intervallo della voce sia sufficiente nelle trasposizioni.
Sotto questo aspetto gli strumenti hanno molta più libertà, potendo fare soggetti per le fughe che superano la Decima.
Tuttavia un principiante farà bene ad estendersi solo fino all'ottava.
Non si possono comporre fughe molto buone sui soggetti, che non superano nemmeno l'intervallo di una Terza o di una Quarta.
§.5
Non importa se il soggetto inizia su un tempo di battuta forte o
debole; ma è importante che finisca sempre con un tempo forte, a meno
che non si scriva per la voce, non si previene una filastrocca
femminile, [ovvero fra parole che presentano una sillaba che segue
quella tonica] ma questa rima non deve creare imbarazzo, deve essere in
grado di essere girata così che l'ultima sillaba non sembri in levare,
ma in battere.
§.6
Il resto è adatto alla fuga solo alla fine del pezzo, è necessario,
quando un tema finisce con una cadenza perfetta, che la seconda parte
entri nel tempo di questa conclusione, per mantenere sempre il
movimento.