Conclusione sulle consonanze perfette di seguito.


Cominciamo considerando l'opinione di un grande musicista del sec.XVIII (Francesco Antonio Vallotti) in conclusione ad una
dotta dissertazione, nel suo "Trattato della moderna musica" vol.3, parlando delle consonanze parallele di seguito, dice:

Le conclusioni di A. Vallotti, coincidono sulla unica ed esaustiva trattazione a riguardo, di Giovenale Sacchi, che nel suo trattato "Delle regole nel Contrappunto" 1780, punta l'indice sulla ambiguità armonica che due quinte creerebbero,attraverso l'accostamento propinquo delle due fondamentali (es. DO terza > e RE terza >), percepite chiaramente, quando non sono sconfessate da altre armonie integrative all'armonia che esse generano (per es. dal secondo caso da lui preso in esame) ciò è definitivamente rivelato dal terzo caso, in cui si dimostra che la nocività evidente di due quinte è annullata se la loro sequenza temporale viene ad essere disgiunta.










A titolo di curiosità, cito l'opinione di Arcangelo Corelli, accusato di aver stampato alcune “quinte seguite” nella Sonata n. 3 dell’Op. II:

“[…] da ciò comprendo benissimo il loro sapere, che si stende poco più oltre de primi principij della Compositione, e Modulatione armonica, poiché se fossero passati più avanti nell’arte, e sapessero la finezza e profondità di essa, e che cosa sia Armonia, et in che modo possa dilettare, e sollevare la mente humana, non haurebbero tali scrupoli, che nascono ordinariamente dall’ignoranza”.