Canoni a quattro voci alla quinta sotto.

La Terza voce si rapporta alla Prima e la Quarta alla Seconda.


Questa tipologia di Canone è molto interessante, in particolare per la sua caratteristica di trovare al suo interno un elemento di discontinuità nelle entrate delle voci, le quali sono accoppiate a due a due con una marcata differenzazione nella entrata delle voci, così come avviene nella Fuga Stretta (sia Tonale che Reale) in cui entrano, con una breve pausa la prima Proposta e la prima Risposta, a cui seguono dopo un tempo sensibilmente maggiore, la seconda Proposta e la seconda Risposta, accoppiate in modo asimmetrico, con l'effetto di una interessante varietà che dona eleganza alla composizione.

La documentazione relativa a questa tipologia di Canone, proviene dal trattato di F.W.Marpurg "Abhandlung von der Fuge", 1753 e dagli esempi da lui riportati, anche se scarsamente commentati, di Gottfried Heinrich Stölzel e Johann Philipp Kirnberger, da cui però ho tratto le regole utili alla creazione di questa artificiosa composizione.

Osserviamo dunque un paio di composizioni di questi importanti musicisti tedeschi del XVIII secolo,





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Come si può notare si tratta di Canoni di tipo Infinito, ovvero, la composizione si ripete (al segno del Ritornello) ad Libitum e senza una predeterminata soluzione di continuità.

Vediamo ora come, pur attraverso una prima descrizione sommaria, si possa arrivare a completare una tale sorta di composizione artificiosa.
In primo luogo, si noti come Soprano ed Alto conducano il canone (alla quinta sotto) come fosse a due voci, ma facendo attenzione a non utilizzare altro che un  contrappunto doppio all'Ottava ad una distanza abbastanza ravvicinata (di "mezzo tempo", ossia di una Semibreve), questo contrappunto iniziale di tre semibrevi, se ben condotto, permette alle altre due voci, di inserirsi, ripetendo Soprano e Alto, una ottava sotto e dopo altre due semibrevi.
A questo punto si contrappunti le due voci acute (sempre in doppio all'Ottava e senza dissonanze legate) in concordanza con le due inferiori, che andranno aggiornate strada facendo sino alla prima occasione di reinserire le tre battute iniziali delle due voci inizianti, ma questa volta non più sole, bensì accompagnate dalle due voci inferiori.
Il ritornello porterà direttamente all'attacco della quarta voce, creando un intreccio gradevole e vario.

Veniamo dunque al dettaglio didattico, che avrà l'intento di portare il giovane studioso alla completazione di questo artificio contrappuntistico, che, come spesso accade, vediamo il Contrappunto Doppio diretto complice totale o parziale.

La regola che permette il Canone alla quinta sotto, vuole che la Guida proceda, col valore che rappresenta la distanza con il suo Conseguente (in questo caso di Semibreve) con salti ben definiti che sono rappresentati dalla seguente numerica indicante la direzione melodica dei salti:
alternando, il più possibile le direzioni dei movimenti, per avere un piacevole contrappunto Contrario.

Vediamo dunque un primo esempio illustrante movimenti basici di Semibrevi che si muovono attraverso i salti e moti descritti sopra.






Come si può notare, la fedeltà alle consonanze proprie del contrappunto all'Ottava, quindi senza fare mai Quinta (pena innumerevoli incidenti di percorso) rende il contesto semplice, chiaro e versatile. Tenendo conto che le Quinte, assenti tra le due parti primarie (in favore delle Seste) si incontreranno invece tra la seconda e la terza o tra la seconda e la quarta, quindi la pienezza delle consonanze è garantita e trattandosi di valori basici non possiamo avere altro che consonanze.
Ovviamente, una prima variante potrebbe essere quella di realizzare note di passaggio tra i salti delle Semibrevi, ma di questo non vale la pena di fare un esempio specifico e comunque se ne avrà ancora notizia all'interno dei prossimi esempi.
La numerazione in rosso indica gli intervalli dei bicordi che si verificano tra le due voci originatrici del contrappunto doppio alla Ottava e le linee curve verdi indicano la risultanza di quinte, evitate tra le due voci principali, ma che risultano dall'incontro tra una delle due voci originanti il contrappunto ed una delle due che vengono originate dal l'artificio del canone a due coppie in canone.

Nel prossimo esempio possiamo apprezzare l'intreccio gradevole che si crea tra le parti, seguendo le regole con un contrappunto semplice e spontaneo, decorato da poche note nere e con l'azzardo di una legatura di decima che alla risposta diventa una quarta (*). Le legature rappresentano un rischio
 






Aumentare l'utilizzo di note nere, non porta necessariamente ad un arricchimento di questa tipologia di composizione, tuttavia, esplorandone l'uso, ci si rende conto che le semiminime ribattute possono vivacizzare senza confondere troppo il dialogo serrato delle parti.





Altre idee melodiche si possono sviluppare, sia pure con i vincoli che sono il costo di un artificio così singolare.
Il campo delle legature in dissonanza o in consonanza è un terreno fertile anche se di difficile gestione, infatti solo quando entrano le due voci secondarie (Tenore e Basso), ci si rende conto se le legature non portano pasticci contrappuntistici e dissonanze gestite a sproposito. Un paio di pause prima della ripresa del soggetto sono sempre una buona scelta che rende il dialogo tra le voci maggiormente comprensibile.





L'uso di alterazioni, porta ulteriori espressioni gestibili senza troppa fatica e con un risultato armonico mutevole ed espresssivo.






Altri cromatismi sono possibili per suggerire una atmosfera più enigmatica, ma senza esagerare, a meno che il soggetto non lo richieda o suggerisca.





Ho voluto ricercare un maggior numero di legature, il risultato è piuttosto appagante.




L'ultimo esempio che voglio mostrare è il seguente, in cui esploro la possibilità di creare cadenze minime che creano una sequenza ininterrotta di punteggiature che concludono brevi frasi.




Fine