Strumenti propri alla didattica musicale professionale
Uno sguardo
panoramico della didattica musicale, secondo certe frange della
musicologia moderna, in contrapposizione con le reali esigenze
didattiche del passato remoto.
Tragga ognuno le sue conclusioni, in special modo sull'argomento (alla
moda oggigiorno) dei Partimenti, considerati da taluni, come miracolosa
scorciatoia o panacea universale per comporre o forse di improvvisare, seguendo il mito a noi tanto caro, pur senza saper di contrappunto.
In realtà, da quanti si evince da documenti come quelli del Fenaroli, o
di E.Jmbimbo, il seguito dello studio dei partimenti, ovvero
della realizzazione del basso numerato, è, e deve essere, quello del
contrappunto, studio che permetterà di usufruire della guida di bassi,
(numerati o non numerati), di creare composizioni fugate guidate dal
maestro (attraverso il basso dato), cercando di indovinare come e dove
collocare soggetti e risposte, codette e contrappunti doppi,
modulazioni e riversi melodici.
Intravedo in questa prassi, come elemento molto positivo, la perfetta congiunzione
tra la pratica della tastiera e dell'armonia propria
dell'accompagnamento del Continuo, con l'arteficio contrappuntistico
utilizzato di prevalenza nella fuga e nel contrappunto in particolare.
Trovo altresì di fondamentale importanza, la citazione di L.Penna
(sottostante) sulla importanza di congiungere (anzi di precedere) lo
studio del Clavicembalo o l'Organo "sulla parte" dallo studio del
Contrappunto.
Gli
strumenti chiave della didattica musicale professionale del passato,
sono sempre stati caratterizzati da una base fondamentale che crea un
terreno fertile e capace di offrire una infinità di varianti
contrappuntistiche , tali da favorire la creatività dello studente,
sulla base delle regole dettate dai musicisti più lodati ed acclamati
del passato e del presente.
Questi sono identificabili in:
1. Canto Fermo (Tenor di valori fissi di Breve o Semibreve)
2. Canto Figurato (Tenores tratti da Mottetti di vari autori o dai Canti Fermi opportunamente modificati in figure mensurali diverse)
3. Bassi Ostinati
tratti da Arie o danze celebri (Passacaglie, Ciaccone, Bergamasco,
Monaca, Follia, Greensleeves, Italian Ground ecc.) già provvisti di una
numerica propria
4. Partimenti
di vari autori (Bassi numerati, nella maggiorate dei casi estrapolati
da opere varie di celebri compositori del VIII sec.) Fino a formare
vere e proprie raccolte didattiche ad uso dei principianti continuisti.
(Celebratissime quelle compilate ad opera di F.Fenaroli)
Il cammino di
apprendimento che la didattica favorisce ed incentiva nello studente, è
prudentemente tracciato da “paletti” che indicano un sentiero
accettabile e compatibile con le opere e le innovazioni scientifiche ed
artistiche che i migliori musicisti del periodo, o del passato (recente
o remoto che sia) abbiano creato.
I quattro
strumenti indicati, hanno in comune e non possono fare a meno di essere
utilizzati attraverso quel veicolo comune che si identifica con la
scienza contrappuntistica. Scienza messa a punto dai celebri
contrappuntisti del rinascimento, che ne hanno gettato quelle basi che
resteranno quasi totalmente inalterate per secoli e daranno vita alle
opere musicali di tutti i compositori sino alla prima parte del secolo
XX.
E, in ultima analisi, quale è la differenza didattica tra i quattro strumenti elencati sopra?
A mio avviso
quasi nessuna, semplicemente tutti rispecchiando le esigenze didattiche del
tempo in cui erano in voga, richiedono un completamento contrappuntistico o almeno armonico. Va detto comunque che il primo
richiede uno sforzo che viene assolutamente utile ed indispensabile per garantire una ottimale realizzazione pure degli altri
tre, come la storia ci insegna.
Vediamo alcuni aspetti comparativi tra le quattro categorie.
1. le varianti di realizzazione sono praticamente infinite (I miei studi nel settore)
2. Le varianti sono un poco più limitate dalla impostazione mensurale già prestabilita dal soggetto scelto. (I miei studi nel settore)
3. La numerica
tipica dei vari Bassi ostinati restringe ancor più le varianti, anche
se, è concesso, di realizzare, di tanto in tanto partite armonicamente
anomale e fuoriuscenti dallo schema del basso, oltre a variate tempi e
stili ogni partita (giro di basso). (I miei studi nel settore)
4. Sebbene il
partimento fosse portatore di una armonia piuttosto evoluta e
complessa, tipica del secolo VIII, realizzare un partimento non
permette molta libertà creativa, essendo, in fondo, stato creato al
servizio di un soggetto ben stabilito, di cui ha semplicemente il ruolo
di Basso continuo, dal quale è impossibile uscire e che permette
probabilmente solo di obbedire e spartire, senza fare errori di
conduzione melodica ed armonica, le consonanze e dissonanze relative ai
numeri affidati alle note, (da qui il termine Partimento). L’idea di
crearne componimenti pari o simili a quelli da cui sono stati estratti,
è un’opera estremamente difficile, se non si è super-esperti di
contrappunto classico, in quanto non vi si tollera di fare
accomodamenti o varianti al Basso, ma solo di aderirvi armonicamente
con la maggior fantasia e grazia di cui si sia capaci. (I miei studi nel settore)
(L'editore)