L.V.Beethoven


Studii di Beethoven

Trattato di armonia, contrappunto e composizione

Milano 1855


CAPITOLO VI.

Del contrapunto doppio all' ottava.


I1 contrapunto doppio ha preso il suo nome da ciò, che ciascuna parte può presentarsi sotto due forme, cioè come parte superiore e come parte inferiore.


Le tre specie principali di contrapunto doppio sono: all'ottava, alla decima e alla duodecima, espressioni più usate che quelle di contrapunto alla terza, e alla quinta, a cagione delle loro proprietà di estensione.


Nel contesto medesimo della composizione bisogna evitare certe dissonanze e consonanze, affinché ciascuna parte possa rivoltarsi facilmente.


Bisogna altresì procurare che i motivi abbiano moti diversi, onde possano essere agevolmente distinti ciò si ottiene mediante un contrasto nel valore delle note, il quale imprime in essi una differenza caratteristica, e rende ogni motivo facile a distinguersi, anche quando sono misti insieme.


Bisogna evitare d'uscir dai limiti prescritti per ciascun genere speciale.


Nel contrapunto doppio all'ottava o alla quindicesima,il rivolto delle parti dà origine ad una nuova armonia, e gl'intervalli trovansi ne' rapporti seguenti.


1

2

3

4

5

6

7

8

8

7

6

5

4

3

2

1


Perciò l'unisono diventa ottava; la seconda, settima; la terza, sesta ecc.



Da ciò si vede


Che i due rivolti danno luogo ad intervalli eguali.

Che gl'intervalli diminni1i si cangiano in eccedenti, i minori in maggiori, e viceversa

Che nella formazione del contrapunto bisogna evitare che le parti escano dai limiti dell' ottava, la qual cosa non solo sarebbe contraria alla regola, ma non produrrebbe vero rivolto. Gli è questa un'osservazione tanto più utile a farsi, in quanto che la bellezza del contrapunto induce spesso il compositore ad uscire da questi angusti confini.

Non si deve mai fare salto di ottava, perché ne risulterebbe un unisono nel rivolto.

Bisogna evitare le successioni di quarte che si cangerebbero in quinte; la quarta eccedente (maggiore) che diviene una quinta falsa (minore) è tollerata.

Non si deve cominciare né terminare colla quinta, né farla precedere a salti. Mettesi prima della sesta nei passaggi regolari.

Bisogna evitare la nona che si risolve sull'ottava, perché nel rivolto ne risulta una seconda che arriva sull'unisono. A quest'uopo un salto di terza al basso è il mezzo migliore. 

 

La settima, provveniente dal rivolto della seconda, può sempre essere impiegata, sopratutto quando, per evitare l'ottava, la risoluzione si fa sopra un altro intervallo. 

 

La regola, che non bisogna uscire dai limiti dell'ottava, è fondata su ciò, che nel contrapunto doppio il rivolto produce una nuova armonia. Se si oltrepassano, la stessa armonia si presenta di nuovo, anche quando gl'intervalli son ridotti dal raddoppiato al semplice, la qualcosa non istabilisce che una differenza di luogo é non di natura. Così, nell'esempio seguente, la decima o terza raddoppiata, rivoltandola, si cangia in terza semplice, la nona si cangia in seconda ecc e ben si vede che non esiste fra le consonanze raddoppiate e le consonanze semplici, se non una differenza di lontananza.

Per rendere corretto un contrapunto che ha questi difetti, lo che è più facile con violini che con voci, a motivo della loro maggiore estensione, bisogna o trasportare una parte di due ottave, cioè alla decimaquinta, lasciando l'altra tal quale è, o trasportare le due parti ciascuna di un'ottava, una in alto, l'altra al basso.

 La quinta giusta non debb'essere impiegata né per salti, né, quando le parti procedono per gradi congiunti, come note cangiate, preparate da un accordo di terza, di sesta o di ottava, perchè pél rivolto essa si cangia in quarta non preparata. 

 


Benché aggiungendo alcune parti ad un simile contrapunto all'ottava, si possa cangiarlo in tricinium o quadriciniun, si può, Ottenere lo stesso risultato colle regole`seguenti.


Non far uso cbe del moto contrario.

Non introdurre a ciascun tempo forte che delle terze,delle seste e delle ottave.

Non mai scrivere due terze o due seste di seguito, né per moto retto, né per moto contrario.

Se vengono osservati tutti questi precetti, altro non bisogna,per mettere la composizione a tre o quattro parti, che scrivere una voce alla terza superiore dell'una delle parti, o a tutte due. Per mezzo

dell'addizione delle parti alla terza inferiore, la composizione cangia di tuono: per esempio la minore diventa do maggiore. Si può altresì surrogar le terze con seste affinché le parti s'incrocicchino meno.


CAPITOLO VII.


Del contrapunto doppio alla decima.


Abbiam già impiegato questa specie di contrapunto,aggiungendo al]e parti delle terze o delle decime.


Nel vero contrapunto di questo genere la decima si cangia in unisono, la nona in seconda ecc, e gl'intervalli si trovano nei rapporti seguenti:

10

9

8

7

6

5

4

3

2

1

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Per ottenere un rivolto, è necessario osservare le regole seguenti


1) Due terze, seste o decime non possono mai essere impiegate per moto re1to,poich'esse si cangiano in ottave, quih1e o unisoni.

2) Una legatura di seconda non deve mai essere preparata da una terza, perché ne risolta una successione di ottave. Cosi 3.2.3= 8. 9. 8.

3) La legatura di quarta non può aver luogo nella parte superiore, perché ne risulta una falsa risoluzione nel basso 7. 8. Essa è buona al basso, quando si risolve alla quinta, poiché si ha nella par te superiore 7. 6.

4) Nella composizione libera, la quinta è permessa per moto retto, perché essa e cangiata in sesta.

5) Le seste che si cangiano in quarte giuste, son vietate nel moto retto.

6) Nella composizione a due parti, la settima può, essere impiegata per legatura e nei passaggi regolari e irregolari. In quella a tre parti, essa non può servire che come decima acuta. Nella composizione a due parti impiegasi altresì la nota cangiata di Fux.

7) Per ottenere veri rivolti, non bisogna oltrepassar la decima. 

8) Quando si vuol terminare alla tonica, la parte superiore deve sempre cominciare il contrapunto colla terza o colla quinta. 

9) Nelle composizioni, il rivolto non facendosi che alla terza, si trasporta altresì la parte superiore all'ottava grave.


Quando una o due parti di una composizione si rivoltano alla terza superiore o alla decima, il contrapunto chiamasi contrappunto doppio alla decima acuta se un tal rivolto ha luogo alla decima od alla terza inferiore, chiamasi contrappunto doppio alla decima prave.


Per mettere un simile contrapunto a quattro voci, si aggiunge una parte alla terza superiore e un' altra alla terza inferiore, osservando le regole precedenti, e procurando di evitare il moto contrario, le dissonanze legate, e le serie di terse, seste e ottave.


Aggiungonsi terze ora al soggetto principale, ora al contrasoggetto, e si trasportano le altre parti secondo le regole del contrapunto doppio all'ottava.


Questa fuga è corta,e non è data che come un esempio del contrapunto alla decima. Benché i N. 1,2,3 non sembrino riferirvisi, le frasi d'accompagnamento non contenendo, in luogo di decime, che terze e seste, essi sono fondati nullameno sulle regole del contrappunto di questa specie. Scrivendole nel modo che segue, la coincidenza diviene evidente. 



I1 tenore nel N.1. e la viola nel N. 2. non avrebbero potuto giungere a vere decime, ed è stato necessità surrogarle con terze.


Le seste che si trovano al N. 3. sono state poste per legare più intimamente le parti, e i veri rapporti, come nel N. 6: sono i seguenti.



Dopo una pausa, si può come né N. 4 e 6 far progredire le parti nell'ordine naturale, o per moto contrario; questa alternativa è non solamente permessa, ma accresce ancora la bellezza della composizione.


CAPITOLO VIII.

Del contrapunto doppio alla duodecima.


I rapporti de'rivolti (del contrapunto di questa specie) sono nell'ordine seguente:


1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

12

11

10

9

8

7

6

5

4

3

2

1



O, se a motivo dell'estensione delle parti non impiegansi che quinte in luogo di duodecima,



1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

5

4

3

2

1

2

3

4

5

6

7

8

Le regole ad osservarsi sono:


Quando si sostituiscono quinte a duodecime, la seconda parte debb'essere trasportata di un' ottava, perché la quinta offre intervalli diversi, come si è visto dalle cifre precedenti.


Quando le seste si cangiano in settime, esse devono progredir per gradi congiunti, e non essere sincopate nella parte superiore nel basso possono essere legate.


La legatura di settima debb'essere preparata da una consonanza qualunque, fuorché dalla sesta. Del rimanente, tutte le altre legature e il moto retto possono essere impiegate nel contrapunto a due parli. L'undecima, la quarta, la seconda e la nona pare che qui si confondono; la legatura di seconda per conchiudere è la migliore.


Per rimanere in tuono, il rigo superiore della composizione a due parti dee cominciare e terminare colla quinta o la duodecima, e particolarmente nel rivolto alla duodecima grave. Nel rivolto all'acuto, la prima e l'ultima nota possono essere all'unisono o al1'ottava.


Se si vuol mettere il contrapunto a tre parti, bisogna che nel rivolto alla duodecima acuta, la terza parte libera prenda la tonica sotto la terza nota, che sarà la dominante della parte superiore. Il contrapunto farà una pausa. L'ultima nota della parte superiore, che termina egualmente alla dominante, può essere prolungata, affinché le altre parti possano fare una cadenza libera sulla tonica.


Se si vuol mettere a quattro parti un contrapunto a due, non bisogna impiegare che terze, quinte e ottave, il moto contrario, ed evitare le legature di dissonanze.


Se invece della duodecima superiore o inferiore, si rivolta alla quinta, non bisogna attaccar l'ottava giusta liberamente, poiché essa ne risulterebbe una quarta non preparata al rivolto. Quest'errore può esse re corretto 'in due maniere, facendo uso alla parte che debb'essere rivoltata, del contrapunto alla duodecima. Abbiam detto che nel contrapunto a due parti si fa uso della legatura di quarta, di seconda e di nona.



CAPIT0L0 X.


Del moto contrario o del moto retrogrado


Una composizione nella quale non si trova legatura dissonante, può essere rivoltata in due maniere; o per moto contrario semplice, o per moto contrario retrogrado. Nel primo caso, tutte le note ascendenti son congiunte in note discendenti, senza aver riguardo alla differenza degl'intervalli maggiori o minori.



Nel secondo, si rendono esattamente tutti i semituoni, e intanto tutte le note son cangiate, mi in fa, per esempio e viceversa.



Paragonando in quest' esempio le note ascendenti di sinistra col le discendenti di destra, si vede che l'inversione ha fatto scompari re le note dissonanti (mi contro fa, cioè la relazione di tritono) in modo che mi per esempio è stato cangiato in do, fa in mi, sol in la e cosi via. 


La prima specie d'inversione che chiamasi inversione piena (moto contrario) ha luogo a cinque intervalli (diversi), all'ottava, ala quinta, alla quarta, alla seconda, all'unisono.


La seconda specie, o inversione severa, non è possibile se non quando la prima nota di una frase è alzata di una settima maggiore, di una sesta o d'una terza, e che si riproducono nell'inversione sia più alto, sia più basso, tutti gl'intervalli di tuoni o semituoni,tutte le note saltanti ecc. 


Si son pure imaginate due specie d'inversioni secondarie: 

1) l'inversione cancrizzante in cui trascrivonsi tutte le note o più alto o più basso, venendo all'indietro, e restando in un rapporto di tonalità col la frase imitata.

2) L'inversione cancrizzante contraria che consiste nel rivoltare doppiamente la frase dal principio alla fine.


 


- Indice -