G.B.Martini

Esemplare o sia Saggio fondamentale pratico di Contrappunto (parte prima)

Bologna 1774

Varia fu la condotta dei musicisti nel comporre ad otto voci nei secoli passati.

Da alcuni furono disposte le otto parti nello stesso modo in cui componevano brani a cinque, a sei e sette parti, raddoppiando dapprima i soprani, poi i contralti, i tenori ed i bassi.

Lo Zarlino ci introduce un altro modo tenuto dal suo maestro Willaert egli diceva: Accadrà a volte di comporre alcuni Salmi in maniera che si chiama Choro Spezzato, come si suole cantare a Venezia nelle feste solenni, essi sono ordinati e divisi in due o più cori nei quali cantano quattro o più voci. I Cori cantano, ora l’uno, ora l’altro avvicendandosi, e a volte tutti assieme, specialmente alla fine della composizione. I cori si pongono assai distanti l’uno dall’altro, perciò avvertirà il compositore (affinché non si oda nessuna discordanza) di fare in modo che ogni coro sia consonante ed autosufficiente come se fosse una composizione a quattro voci, avendo tuttavia riguardo per le parti degli altri cori in modo che tra di loro si accostino con buona armonia. Ciascuno di essi dovrà dunque essere cantabile singolarmente senza che nulla offenda l’orecchio. Questo avvertimento non è da disprezzare perché è di grande comodità e fu inventato dall’eccellentissimo Adriano [Willaert].

Infatti, ad un reale riscontro dei Salmi di Willaert citati dallo Zarlino, oltre ad altri autori, specialmente di Jachet e Matteo Asola, si trovano ad essere di due tipi:

  1. I versetti del Salmo sono spezzati e staccati l’uno dall’altro e questi sono quelli chiamati Chori Spezzati dal citato Zarlino.
  2. Sono a volte uniti in tal modo che alla cadenza del versetto di un coro, si attacca il seguente versetto cantato dall’altro coro, mentre nel Sicut erat si uniscono i due cori e si forma una composizione ad otto voci reali e diverse tra loro.

Un’altra maniera di comporre a otto voci fu quella in cui tutti i versetti del Salmi si trovano disposti in due cori, l’uno dei quali, di quando in quando (oltre le fughe e gli attacchi che il compositore si compiace di usare), con qualche proposta, perlopiù di puro e semplice contrappunto, si avvicenda con l’altro rispondendogli in imitazione. Da ciò ne nasce un certo combattimento che dai compositori viene chiamato "Sbattimento dei Chori". Uno dei primi ad introdurre questo modo di comporre fu Costanzo Porta (scolaro di Willeart), come si vede da una sua pubblicazione di Salmi datata nell’anno 1605.

Questo stile di comporre a cori battenti, non solo per i Salmi, ma ache per le Messe ed altre composizioni ecclesiastiche, fu ridotto, nel XVII secolo a grande perfezione, in ambiti romani da B. Graziani, V.Mazzocchi, A.Cifra, P.Agostini e soprattutto da Orazio Benevoli. Pure in altre città d’italia si raggiunse una grande perfezione, come a Bologna in particolare da G.P.Colonna, le cui composizioni ad otto voci sono state in repertorio nelle varie Cappelle musicali d’Italia ed all’estero per molti decenni dopo la sua morte. Questo stile si rese prezioso in quanto il più atto a risvegliare negli uditori un diletto conveniente al luogo ed eccitare quell’interno ossequio, che devesi alla maestà di Dio.

Non si può tralasciare di porre in rilievo un paio di regole molto utili a chi vuole comporre rettamente a otto voci per due cori separati.

  1. La prima cosa è che il compositore si procuri di comporre per ogni coro come farebbe per brani a 4 voci semplici, ponendo dunque a fondamento della composizione il proprio basso, anche se in qualche circostanza sarà il Tenore a farne le veci. Questa legge è tanto necessaria da non ammettere nessuna deroga, essendo sicuramente disgustosa agli orecchi degli ascoltanti, una musica che non si appoggi ad uno stabile fondamento. Infatti non bisogna cadere nell’equivoco che, qualora i cori cantino assieme, solo il Basso di uno di essi faccia da fondamento agli altri, ciò è assolutamente falso e l’opera dei migliori compositori dei secoli XVII e XVIII ne assicura il corretto procedere. Questa è la differenza fondamentale tra il comporre per un coro a 5, 6, 7, 8 o più voci e comporre per più cori battenti.
  2. Inoltre si deve avvertire il giovane compositore a non fare come quelli che nelle loro composizioni annotano le seguenti parole "a 5, 6, 7 ,8, 10 voci" ed esaminando la composizione si scopra che i Soprani cantano all’unisono, così i Contralti, i Tenori ed i Bassi riducendo in realtà la composizione a sole 4 voci effettive. Vi sono alcune eccezioni da concedere a compositori, quali Viadana, i quali fecero composizioni a 4 cori, in cui era possibile eseguire la composizione, secondo i dettami del compositore, a 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 cori aggiungendone alcuni di "rinforzo" secondo la moda dell’epoca. Ciò non tragga in inganno i giovani compositori e si attengano ad un comportamento dettato dalla prudenza e dal buon senso.


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